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Lettera del direttore

La “Rivista storica del Socialismo”, dopo un silenzio durato 49 anni, riprende le pubblicazioni, con cadenza al momento semestrale, in ideale continuità con la rivista a suo tempo diretta da Luigi Cortesi e Stefano Merli. Nel 1958 la pubblicazione esordisce con un fascicolo unico – la prima periodicità è trimestrale e, successivamente, quadrimestrale – dedicato a Filippo Turati nel centenario della nascita; una scelta che voleva indicare una generale via maestra che noi riconfermiamo nella non esclusiva attenzione alla storia e alle vicende del socialismo italiano.
La nuova serie della “Rivista storica del socialismo” manterrà intatto il proprio profilo scientifico, ma non sarà chiusa nell’ambito specifico dell’accademia, bensì cosciente che non si può, nel proporsi di far cultura storica, avere gli occhi chiusi sul mondo e i suoi travagli, sulle vicende vive dei nostri tempi. Rivista scientifica, ma non per questo anagraficamente datata, bensì aperta alle nuove leve della storiografia, cui vogliamo mettere a disposizione uno strumento serio per i loro lavori da valutarsi secondo le regole e i metodi adottati nel mondo della comunità degli studiosi.
Al pari della passata serie, naturalmente, non tratteremo solo di storia del socialismo. Ci proponiamo, infatti, di affrontare il tema nei suoi vari aspetti – storici, dottrinari, economici, sociali – cercando, anche, di indicare particolare attenzione alla ripresa di queste tematiche a livello europeo ed extra-europeo. Nel presentare, alla nascita, la “Rivista storica del socialismo”, i direttori chiudevano la loro prefazione rilevando “la considerazione del socialismo come realtà sviluppatasi e vivente in stretta connessione con tutte le pretese varie storie, cioè entro la storia, solo sperimentalmente scindibile nel laboratorio ideale dello studioso. Nulla, insomma, sarà estraneo alla tematica della rivista che appartenga al mondo contemporaneo, del quale il socialismo è parte integrante e vitale.” Condividendo tali considerazioni, le sottoscriviamo in pieno.

IL DIRETTORE
Paolo Bagnoli

Paolo Bagnoli